e sempre di mirar faceasi accesa (Par. 33.99)
e sempre di mirar faceasi accesa (Par. 33.99)

Dante’s Persons

di Carlotta Mazzoncini

Il lavoro di Heather Webb (Dante’s Persons: An Ethics of the Transhuman, Oxford University Press, 2016), offerto nella prima traduzione in italiano da Paolo Rigo, «si interessa del ruolo, del valore e della funzione che il concetto di “persona” svolge nell’intera Commedia» (p. 12). Webb indaga alcuni momenti esemplari tra Purgatorio e Paradiso, mettendone in luce gli elementi funzionali a proporre una «fenomenologia della “persona”» (p. 17) nella Commedia e individua le caratteristiche etiche fondanti indicate da Dante, che si rivelerebbero necessarie per raggiungere una pienezza della “persona” vissuta nel corso dei tanti incontri raccontati nel poema. L’obiettivo è anche quello di chiedersi se il concetto di “persona” possa costituire una chiave di lettura moderna della Commedia. Il volume consta di cinque capitoli: nel primo, utile a fornire un’Introduzione (pp. 15-66), Webb si occupa dello statuto trinitario e dei corpi, in chiave patristica e veterotestamentaria, analizzando alcuni passaggi della seconda cantica, soprattutto il discorso di Stazio in Pg XXV. Nel secondo capitolo, La gestualità, pp. 67-140, Webb si concentra sull’ingresso nel Purgatorio, considerandolo come il luogo dove si concede alle anime l’opportunità di continuare «il processo di purificazione messo in atto nel Purgatorio» (p. 82) iniziato in vita, ma che appare ancora incompleto. Basandosi su alcuni aspetti della teoria cognitiva, l’autrice suggerisce l’analisi di alcuni luoghi in cui la gestualità fa accrescere nel lettore l’impressione di trovarsi davanti a corpi aerei presenti come “persone”: Manfredi, Belacqua e Buonconte sono i tre personaggi principali menzionati nella sezione. Nel capitolo tre, Riconoscere le persone sofferenti, pp. 141-202, Webb descrive l’addentrarsi nella seconda cantica: l’apparizione di Forese apre l’indagine sul processo di riconoscimento delle persone nonostante l’alterazione dei loro corpi data dai segni della superbia, dell’invidia e della gola. L’incontro con Forese «illumina la nostra comprensione dell’importanza del riconoscimento dell’individualità contro la vasta tela della condizione umana» (p. 196). L’interazione tra i sodomiti infernali e i lussuriosi del Purgatorio è l’argomento principale del quarto capitolo, L’attenzione ardente, pp. 203-266. In questa sezione le nozioni di “ardore” e “attenzione” hanno per Webb un potenziale creativo nello spazio dell’interazione. L’autrice mette in luce i due concetti analizzando gli incontri di Dante con Brunetto Latini e Guido Guinizzelli. L’ultimo capitolo, Volti e transumanazione, pp. 267-336, è dedicato alla celebrazione della persona nel Paradiso. L’autrice nota come il testo dantesco crei un passaggio particolare di azione partecipativa attorno all’evocazione del viso di Cristo e dunque del velo della Veronica menzionato in Pd XXXI. Secondo Webb «I lettori che accettano l’invito di Dante relativo a questo luogo di pellegrinaggio (intendendolo a livello geografico o in termini visivi) hanno modo di compartecipare a quella sorta di visione congiunta che ha Dante e che è relativa alla rivelazione della persona nel Paradiso» (p. 275).