e sempre di mirar faceasi accesa (Par. 33.99)
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Dante e la cultura fiorentina

Recentemente è stato pubblicato il volume Dante e la cultura fiorentina. Bono Giamboni, Brunetto Latini e la formazione intellettuale dei laici, a cura di Luca Lombardo, Zygmunt G. Barański e Theodore J. Cachey Jr. (Roma, Salerno Editrice, 2019).

Il libro raccoglie undici saggi, la maggior parte dei quali sono stati presentati per la prima volta al workshop internazionale “Riconsiderare Dante e Brunetto Latini (e Bono Giamboni)”, che si è tenuto a Roma il 18-19 maggio 2017 presso la University of Notre Dame – Rome Global Gateway, come parte del progetto “La cultura vernacolare fiorentina di Dante (italiana, francese antica e occitana), 1280-1301”, che è stato finanziato e organizzato dal Devers Family Program in Dante Studies con il Center for Italian Studies.

Questa la scheda del volume (https://www.salernoeditrice.it/prodotto/dante-e-la-cultura-fiorentina/):

«Brunetto Latini e Bono Giamboni rivestono un’importanza cruciale nella fioritura della cultura letteraria fiorentina in lingua volgare durante la seconda metà del Duecento: fondamentale risulta infatti il loro apporto alla costruzione di quel paradigma retorico, filosofico e civile che avrebbe delineato l’orizzonte intellettuale laico e borghese entro cui si dispiegherà la prima formazione del giovane Dante. Il volume – frutto del lavoro congiunto di illustri studiosi italiani e stranieri – esplora e approfondisce proprio le traiettorie di questa circolazione del sapere in volgare nella Firenze di fine Duecento, allo scopo di ricostruire il milieu intellettuale del periodo e di indagarne il rapporto con Dante prima dell’esilio del 1302».