Dante nelle Terre del Ducato a cura di Rodney Lokaj e Luigi Rambotti, Archivio di Stato di Perugia, Città di Castello (PG), 2022
di Rodney Lokaj
Il volume nasce qual frutto della scoperta di nuovi frammenti danteschi avvenuta a seguito del sisma del 2016 verificatosi nell’Italia centrale (Amatrice, Norcia). Nel fondo archivistico di Cerreto di Spoleto (PG) custodito presso l’Archivio di Stato, Sezione di Spoleto, l’allora direttore, Luigi Rambotti, aveva già ravvisato passim brandelli di pergamena recanti passi forse ascrivibili alla Commedia. La messa in sicurezza dei beni culturali provenienti da Norcia, ivi compreso il fondo archivistico, trasferiti a Spoleto per la ripulitura e schedatura, ha rivelato poi altri lacerti danteschi. Così Rambotti ha subito avvertito la necessità di procedere a una ricognizione più sistematica della presenza di Dante sia nei documenti già custoditi da tempo sia in quelli scampati al terremoto.
Il volume così sistematizza e sintetizza tutta la lunga serie di iniziative intraprese dall’Archivio di Stato e dal Comune di Spoleto in tale senso sulla presenza dantesca nell’antico Ducato di Spoleto, fra cui interviste, discussioni pubbliche, video lezioni, recite studentesche dei brani danteschi rinvenuti e la relativa mostra allestita presso la Sezione di Spoleto e la Biblioteca Carducci. La cronostoria di tale messe di iniziative è presentata nell’Introduzione di Rambotti. Lokaj, poi, fornisce una ricca introduzione ai Frammenti danteschi riscoperti e dal medesimo filologicamente analizzati formulando contestualmente: per il gruppo di Cerreto di Spoleto alcune ipotesi di ricostruzione del pertinente ramo dello stemma codicum (da avvicinarsi al ms. 88 (192) trecentesco della Biblioteca comunale e dell’Accademia Etrusca di Cortona e al quattrocentesco ms. Riccardiano 1049b); per la pagina di incunabolo sopravvissuta anche nel corpus di Frammenti perugini (Dante a Porta Sole, p.46) l’ipotesi di parentela con il Commento laneo nell’Ott. vat. 2358; e, per gli altri Frammenti, una ricostruzione dell’intelaiatura ideologica perlopiù da rapportarsi all’idea del Buon governo, specie nel caso dell’umanista, Lazzaro Fusconi di Norcia (†1502), inquadrato storicamente, poi, da Maria Paola Bianchi (pp.119-34).
Vero e proprio excursus (pp. 25-53) sulla situazione politico-gestionale del Ducato di Spoleto ai tempi di Dante Alighieri è quanto offre Rambotti per meglio inquadrare la presenza dei manoscritti danteschi ivi affluiti, specie sotto il rettorato del francese Jean d’Amiel. A seguire, a pp. 54-112, sia la presentazione a cura di Lokaj dei Frammenti in belle riproduzioni fotografiche con relativa scheda, sia la loro trascrizione diplomatica in grassetto con i versi utilmente alternati con quelli del testo Petrocchi per agevolare il confronto e la comprensione, sia le considerazioni testuali e ideologiche. Il gruppo di Todi, come rileva il curatore, è ancora passibile di ulteriore analisi autoptica in quanto frammenti non ancora scuciti. Lokaj e Impellizzeri, poi, presentano un’utilissima Tavola sinottica delle peculiarità testuali (pp.113-18) del gruppo di Cerreto.
Segue la sezione ‘moderna’, vale a dire La memoria dell’opera dantesca in Umbria nei secoli recenti a cura di Paolo Bianchi (pp.135-46), l’apporto tecnico-artistico di Pietro E. Rindinella (pp.147-48) e la ricca mostra allestita presso la Biblioteca Carducci di Spoleto a cura di Carla Cesarini et al. (pp.149-84).