di Alberto Casadei
Donatella Martinelli e Paolo Rinoldi hanno curato il volume La “Bella petra”. Le rime di Dante fra Firenze e Lunigiana, uscito per Franco Cesati nel 2023. Sono state raccolte le relazioni presentate durante un convegno tenutosi a Parma il 10 giugno 2021, integrate da importanti schede e analisi di edizioni dantesche dell’Ottocento, a cura della stessa Martinelli e di Simone Forlesi. I contributi mirano a sintetizzare questioni complesse e offrono spunti di riflessione su singoli componimenti (Enrico Fenzi sul sonetto Se vedi gli occhi miei di pianger vaghi; Donatella Martinelli sulla petrosa Così nel mio parlar…), su un autore importante per la produzione primotrecentesca attinente alla Lunigiana (Paolo Rinoldi su Aimeric de Belenoi) o sulla ricezione attuale delle petrose in ambito trobadorico (Gilda Caîti-Russo su Robert Lafont). Ampio il sondaggio di Andrea Beretta sulla famiglia g, e in particolare sul suo più autorevole rappresentante (il Vat. Barb. Lat. 3953 allestito da Nicolò de’ Rossi), che trasmette le rime dantesche con un assetto precedente a quello tipico della famiglia b, ruotante attorno a Boccaccio secondo la sistemazione di Domenico De Robertis, e che potrebbe riflettere un ordinamento stabilito in ambito bolognese e magari in data alta: purtroppo, come sempre in questi casi, la possibilità di attribuire tale ordinamento all’autore è molto bassa, perché si può sempre ipotizzare, in assenza di una procedura di ‘falsificazione’, l’intervento di un altro curatore-mediatore. Il contributo più cospicuo è comunque quello dello storico Francesco Somaini su Dante e i Malaspina (pp. 11-54), che riprende in considerazione tutte le varie testimonianze attinenti a questo rapporto, dall’Epistola di Ilaro ai componimenti databili alle menzioni nel poema. Ogni singola disamina richiederebbe chiose specifiche, ma di certo non si riuscirebbe ad arrivare a conclusioni sicure: degne di attenzione appaiono soprattutto le nuove motivazioni che spingono a dar credito alle testimonianze riportate da Boccaccio sui canti scritti a Firenze prima dell’esilio (su cui Somaini tornerà specificamente), mentre numerose analisi di testi letterari necessitano di ulteriori verifiche.